Tumori, in Calabria screening mammografico più basso e massimo indice di fuga
ROMA - Nelle regioni del Sud si perdono più anni di vita per i tumori della mammella e del colon. E i tassi di mortalità, storicamente più bassi nel Mezzogiorno, ora sono paragonabili a quelli del settentrione. È quanto emerge dal Rapporto “Istisan tumori della mammella e del colon-retto: differenze regionali per mortalità, screening oncologici e mobilità sanitaria” dell’Istituto superiore di sanità. Secondo il documento Iss, tra le cause di questo fenomeno c'è anche il minore ricorso agli screening: nelle aree dove si partecipa meno a questa forma di prevenzione la mortalità è maggiore e si rileva anche un più alto “indice di fuga”, ovvero il numero di pazienti costretti a spostarsi per potersi operare, evidenzia l’istituto alla vigilia della Giornata internazionale della copertura sanitaria universale, in calendario domani, celebrazione che accende i riflettori sulle diseguaglianze in sanità. La copertura totale dello screening mammografico disegna un chiaro gap Nord-Sud - rileva l’Iss - a sfavore delle regioni meridionali, con la percentuale di adesione che va dal 90% raggiunto in molte regioni settentrionali ad appena il 60% in alcune regioni meridionali. Nelle regioni del Nord dove la copertura degli screening è elevata, la riduzione di mortalità per tumore della mammella tra il 2001 ed il 2021 è più forte (supera il 35%) rispetto alle regioni del Sud. Un andamento simile si ha anche per i tumori del colon: la copertura dello screening per il tumore del colon-retto raggiunge valori più alti fra i residenti al Nord (67%), ma è significativamente più basso fra i residenti del Centro (51%) e del Sud (26%). Nelle regioni del Centro e del Nord dove lo screening è partito prima e con livelli di copertura più elevati (intorno al 70%), la mortalità si è ridotta di circa il 30%, molto più che al Sud (-14% nelle donne e -8% negli uomini). Per entrambi i tumori il report Iss mostra livelli contenuti di mobilità dei pazienti nel Centro e nel Nord del Paese. Nel Sud, comprese le isole, sono presenti livelli di mobilità nettamente più alti (circa 3 volte) rispetto al Centro-Nord. Per quanto riguarda il tumore della mammella, le Regioni con le coperture di screening più alte presentano indici di fuga più bassi. «Questo dato - sottolineano gli autori - evidenzia come in regioni in cui lo screening mammografico raggiunge una buona parte della popolazione femminile target il sistema è anche in grado si prendersi carico dei casi di tumore della mammella che necessitano di un ricovero ospedaliero per intervento chirurgico, mentre questo non è sempre garantito nelle regioni dove lo screening è ancora lontano dai livelli ottimali. In questo panorama, regioni come Calabria e Molise si distinguono fra quelle con i più bassi livelli di copertura dello screening mammografico e il più alto indice di fuga». Anche per il tumore del colon-retto, così come per la mammella, le regioni con alti livelli di copertura dello screening tendono a presentare livelli bassi dell’indice di fuga, seppure esistano alcune regioni in controtendenza (Puglia e Campania, bassa copertura e bassa fuga). Si conferma invece per regioni come Calabria e Molise la compresenza di elevati indici di fuga e bassi livelli di copertura dello screening
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