Pugliese Ciaccio al collasso, la Cisl medici accusa
CATANZARO - «Il sistema delle cure nell’Azienda “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro è ad un passo dal collasso, basti pensare al reparto di medicina Covid senza medici ed alle condizioni lavorative dei medici del Pronto Soccorso e di altri reparti come la Geriatria, dove la carenza di medici mette a rischio perfino l’ordinario svolgimento dell’attività ambulatoriale. Eppure, c’è chi, del management, sembra vantarsi di aver risparmiato e di aver ridotto il debito aziendale. A questo Commissario si può sicuramente attribuire il titolo di “liquidatore” dell’Azienda “Pugliese Ciaccio”! Infatti, si è del parere che per assicurare il diritto alla salute dei cittadini non si può considerare un sistema delle cure ispirato a soli principi di economicità. Siffatto comportamento ha determinato crisi degli approvvigionamenti, condizioni di lavoro al limite con organici insufficienti, assenza di programmazione». Lo afferma Nino Accorinti della Federazione Cisl Medici Calabria. «Sugli approvvigionamenti, ad inizio anno, sembra che a fronte dei ritardi accumulati dagli uffici competenti, siano state avviate procedure di acquisizione urgenti per la fornitura di dispositivi, presidi e materiali necessari per la copertura di due mesi di attività chirurgiche dell’Azienda – aggiunge - Il secondo step prevedeva l’allestimento delle procedure dei bandi di gara che se bandite avrebbero consentito, nelle more dell’espletamento delle gare, la stipula dei contratti ponte e la conseguente continuità delle forniture. Ciò sembra non sia ancora accaduto e pertanto, considerando la carenza di dispositivi e presidi, i dirigenti medici potrebbero essere costretti, al fine di non incorrere in responsabilità medico legali, ad indirizzare il paziente verso altre strutture dove sussistano le condizioni operative ed assistenziali più idonee. Nessun cambiamento di rotta del management anche sul fronte contrattuale. Dal ritardo inaccettabile dell’attribuzione al personale della dirigenza medica e sanitaria delle premialità 2020/2021 alla mancata attribuzione delle indennità Covid, dal mancato pagamento delle prestazioni aggiuntive espletate per le attività di ricovero dei pazienti Covid alla mancata assegnazione degli incarichi di livello superiore a quello professionale, la condotta omissiva – conclude - è sempre la medesima».
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