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Medici cubani, Occhiuto va avanti



REGGIO CALABRIA - Un’informativa svolta «con grande rispetto del Consiglio regionale e del dibattitto che all’interno dell’Assemblea si può generare su temi come questi» quella fatta dal Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto sulla vicenda dei medici cubani. «Auspico - ha detto Occhiuto, affermando di condividere la proposta del presidente Mancuso di convocare una seduta del Consiglio dedicata esclusivamente al tema della sanità – un dibattito più generale. L’accordo sull'impiego di medici cubani negli ospedali è frutto di mesi di interlocuzioni, trattative con una società di stato del Paese caraibico che ci ha offerto medici per il nostro sistema sanitario regionale nel momento della fase più acuta della pandemia. Questa scelta non è in alcun modo alternativa alle attività di reclutamento di nostro personale sanitario, che stiamo svolgendo sin da quando mi sono insediato. Ho dato mandato di fare in questo senso quanto più possibile attraverso procedure di selezione a tempo indeterminato. A volte la scelta di fare selezioni a tempo determinato si crea perché è una procedura che richiede tempi molto più brevi per affrontare l’emergenza rispetto a quella a tempo indeterminato nell’ambito della quale basta che si dimetta un componente di Commissione per essere costretti, di fatto, a ricominciare da capo. Io ho raccomandato ai Commissari delle aziende sanitare di attivare procedure a tempo indeterminato. Perché se c'è in tutto il Paese difficoltà a reclutare medici, c'è ancor di più in Calabria perché il nostro sistema sanitario non è attrattivo. Nella prossima settimana incontreremo nuovamente gli Ordini dei medici ed i sindacati, perché gli uffici della struttura commissariale, di Azienza Zero e del Dipartimento hanno preparato un altro pacchetto complessivo di azioni per reclutare nuovi medici».

Occhiuto ha ricordato che «il Consiglio regionale ha approvato, prima che si avviasse la misura che riguarda i medici cubani, una legge che ci doveva dare la possibilità di inserire negli ospedali medici non specializzati. Perché nei nosocomi devono stare medici specializzati o specializzandi. Voglio ricordare che ad eccezione del Movimento 5 Stelle e del consigliere Laghi, l'opposizione ha votato contro quella legge, che peraltro è stata impugnata dal Governo. Quella normativa ci avrebbe dato la possibilità di inserire negli ospedali medici non specializzati, ma in una fase di emergenza, e in Calabria c'è una condizione strutturale di emergenza, sarebbe stato meglio avere un medico non specializzato che un reparto chiuso per mancanza di medici. Il Governo ha deciso di impugnare quella legge. Una decisione che non riguarda solo la Calabria, ma anche il Piemonte. Perché il tema del reclutamento dei medici sta investendo l’intero Paese. Questo perché è mancata, nel corso degli anni, una programmazione delle necessità del sistema sanitario e perché c'é stata, anche se molti non se ne accorgono, una distorsione nel mercato del lavoro dei medici negli ultimi anni. A causa del Covid. In quel periodo, quando cioè servivano più medici, sono nate cooperative di medici. C'è stato anche un aumento della domanda di personale sanitario a fronte di un’offerta incapace di realizzarla. Cooperative ne sono nate anche dopo. Avviene così che molti medici oggi si dimettono dal pubblico per andare a lavorare in queste cooperative. Un giovane anestesista appena assunto guadagna 2.300 euro al mese. Se va a lavorare in una cooperativa, 2.300 euro li guadagna in due giorni. Quello che sta succedendo ora in Calabria ha avuto una ribalta nazionale perché la nostra Regione sta diventando apripista rispetto alla soluzione di queste problematiche. Per questo ci sono queste polemiche così violente. Si stanno toccando interessi straordinari. Si pensi a quanto costa ai sistemi sanitari dell’Italia reclutare queste medici, disponibili solo attraverso queste cooperative, al prezzo di anche 1.800 euro al giorno. Parliamo di circa 50 mila euro al mese. Il costo azienda di un medico è di 6.700 euro al mese. Se si é costretti, invece, a pagare 50 mila euro, significa che si sottraggono 43 mila euro all’assistenza. Si sta generando, in sostanza, questa distorsione che mette davvero in ginocchio i sistemi sanitari regionali. L’iniziativa che abbiamo assunto non è assolutamente sostitutiva del reclutamento di medici italiani, che accoglieremo a braccia aperte se verranno a lavorare nel nostro sistema sanitario. I concorsi per medici - ha detto ancora il Governatore – stanno andando deserti non solo in Calabria, ma dovunque. Tutti i nostri concorsi hanno previsto per gli specializzandi la possibilità di partecipare e di essere assunti. Gli stessi specializzandi, però, hanno spesso difficoltà ad andare in presidi sanitari come quelli di Locri, di Polistena. Al massimo si dichiarano disponibili a venire al Mater Domini di Catanzaro o al Gom di Reggio Calabria. Ho accolto la proposta dell’Associazione dei medici specializzandi di bandiere una manifestazione di interesse per verificare la disponibilità di specializzandi disposti a venire in Calabria. Ho chiesto però che gli specializzandi non manifestino solo interesse per gli ospedali hub della nostra regione., ma anche per i nosocomi più piccoli in difficoltà. All’esito di questa manifestazione di interesse, che scadrà il 30 settembre, se ci sono degli specializzandi che offriranno la disponibilità di lavorare a

Locri, a Polistena o a Gioia Tauro, oggi di fatto chiuso, saranno ben accolti. Stiamo facendo di tutto per evitare la chiusura degli ospedali. L'accordo per l’arrivo dei medici cubani - ha concluso il presidente Occhiuto - è transnazionale, come stabilito dalla legge. Rispetto agli ospedali che rischiano di chiudere, non sono stato con le mani in mano. E non starò con le mani in mano neppure adesso. Delle polemiche mi faccio carico, le rispetto, ma non mi interessano se le raffronto alle responsabilità che avverto quando leggo che qualcuno muore in un nostro ospedale. Io vado avanti, punto e basta».

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