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Guccione (Pd) solleva il caso Scalea


COSENZA - «Alla fine arriva un nuovo Decreto, numero 33 del 22 febbraio 2021, a integrazione del Dca 31/2021, per riparare agli errori commessi sulle Linee guida per l’adozione degli atti aziendali delle aziende del servizio sanitario della Regione Calabria. Il commissario ad acta Guido Longo ammette di aver trascurato utili indicazioni ma, a quanto pare, continua a perseverare nell’errore. Tra Praia e Mare e Trebisacce ora spunta misteriosamente anche Scalea, con un ospedale costato oltre venti miliardi delle vecchie lire e mai entrato in funzione». Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione.

«Oggi - prosegue - ospita la sede del Poliambulatorio ed è stata individuata come Unità speciale di continuità assistenziale (Usca). Questo immobile sicuramente potrebbe essere destinato ad ospitare numerosi servizi essenziali per il territorio, visto che l’edificio ha altri tre piani non utilizzati, ma in questo caso non è Scalea a rientrare nei presidi da convertire. Ecco spiegato il perché: all’interno del nuovo Dca, infatti, il commissario Longo commette un errore specificando che nel precedente decreto non sono stati “precisati i riferimenti normativi, anche riferiti alla recenti denominazioni delle strutture relative, afferenti al Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, e le indicazioni provenienti dalla giurisprudenza amministrativa, pronunciata in sede definitiva dal Consiglio di Stato, in relazione ai presidi ospedalieri di Scalea e Trebisacce”. Ma le sentenze, tra l’altro definitive, riguardano i presidi ospedalieri di Praia a Mare e Trebisacce. Errore che poi viene corretto all’interno dell’allegato al Dca 33/2021, dove scompare Scalea e rientra Praia a Mare. Questo dimostra la totale confusione e il pressapochismo che regna nella Cittadella e nell’Ufficio del commissario. I presidi di Praia a Mare e Trebisacce, qualche giorno fa declassati in Case della Salute, ora grazie all’aggiunta di un asterisco ritornano ospedali e, per riparare all’errore commesso viene specificato che verrà organizzato, a stretto concerto con il commissario ad acta, ogni percorso utile a rideterminarne la riapertura con progressivo ritorno delle prestazioni a regimè. Addirittura, ricordiamo che Trebisacce era già stata inserita nella rete ospedaliera con Decreto 64 del 5 luglio 2016».

«Vigileremo su quanto detto - conclude Guccione - ma, nel frattempo, Amantea continua a rimanere fuori dall’elenco delle Case della Salute dell’Asp di Cosenza, venendo meno a quanto già era stato deciso nel Dca 65/2020 che aveva già stabilito la conversione da Poliambulatorio a Casa della Salute. Perché si è tornati indietro annullando in questo caso quanto scritto in numeri atti di Asp, Commissari e Regione Calabria?».

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