Diabetici, impresa a nuoto nello Stretto
REGGIO CALABRIA - «L'innovazione farmacologica, con nuove molecole, e quella tecnologica, con sistemi per il monitoraggio della glicemia e l'erogazione d’insulina sempre più pratici e discreti, ha notevolmente semplificato la quotidianità di chi convive con il diabete - sottolinea Paolo Di Bartolo, direttore della Rete clinica di Diabetologia dell’Ausl della Romagna e persona con diabete, che domani si cimenterà nella traversata - Ma questo non basta. Per passare da una vita normale alla possibilità di compiere imprese eccezionali occorre avere accanto a sé una squadra: il team diabetologico composto da medici, infermieri, dietisti, i propri familiari, i propri allenatori. L’unione fa la forza, insomma. E le storie di Monica Priore e Alessio Fresco, atleti esperti che domani nuoteranno insieme a noi, testimoniano proprio come, anche con il diabete, si possano ottenere grandi risultati. Atleti professionisti, persone comuni con diabete, loro familiari, medici, rappresentanti dell’industria farmaceutica: saremo tutti parte di un’unica squadra per centrare insieme l’obiettivo della traversata. Giulio Gaetani, bronzo in Coppa del Mondo nella Spada, e Anna Arnaudo, campionessa nazionale nei 10mila metri, ci hanno mandato i loro messaggi di incoraggiamento».
I due eventi Amd vogliono tenere viva l’attenzione anche sul diabete di tipo 2, che insieme all’obesità è ormai una vera e propria emergenza sanitaria in tutto il Paese, specialmente al Sud. «In base ai dati dell’ultimo Italian Barometer Diabetes Report - rimarca l'endocrinologo Giuseppe Smedile, dirigente medico dell’azienda ospedaliera Papardo di Messina, fra gli organizzatori degli appuntamenti - il diabete risulta essere più diffuso tra le persone residenti nel Mezzogiorno e nelle Isole (rispettivamente 6,9% e 6,3%, contro il 5,6% della media nazionale). Nella popolazione over 65, tra le Regioni più colpite ci sono proprio Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In Sicilia, in particolare, quasi il 60% dei residenti risulta completamente sedentario, contro il dato medio nazionale del 37%; sovrappeso e obesità infantile si attestano al 22% e al 14%, contro il 20% e il 9% della media italiana».
«Parlare di diabete e sport è quindi doppiamente importante - conclude Riccardo Candido, presidente Nazionale Amd e presidente Fesdi - Per quanto riguarda il diabete tipo 1, lo sport rappresenta un’occasione di riscatto, una formidabile palestra in cui allenarsi, anche mentalmente, a raggiungere obiettivi ambiziosi, con preziose ricadute in ogni ambito della vita. Per quanto riguarda diabete tipo 2 e obesità, in progressivo aumento nel nostro Paese così come in tutta Europa e nel mondo, lo sport è uno dei cardini dei corretti stili di vita, la cui promozione è cruciale se vogliamo davvero diffondere un’efficace cultura alla prevenzione».
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