top of page

Aggressioni a operatori sanitari, in Calabria aumento del 13%




Paolo Capone

MILANO - Sono circa 5mila l’anno le aggressioni contro gli operatori sanitari in Lombardia, che nel 2024 è stata la regione italiana dove le violenze ai danni dei “camici” hanno fatto registrate l’aumento maggiore: +25%. Seconda la Campania (+22%), terza la Puglia (+20%). Il Nord Italia in generale risulta il più colpito (concentra oltre 6 aggressioni su 10), seguito dal Sud e dal Centro. Oltre 7 episodi su 10 riguardano le donne. Sono alcuni dei numeri discussi oggi al Pirellone di Milano, durante il convegno “Violenza sugli operatori sanitari”. Un bollettino di guerra, promosso da Onsip (Organismo nazionale professionisti sicurezza) e Ugl Salute, in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia. Secondo i dati Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia), Umem (Unione medica euromediterranea) e movimento internazionale Uniti per unire - riporta una nota di Palazzo Pirelli - le aggressioni al personale sanitario in Italia hanno raggiunto livelli critici nel 2024, con 25.940 episodi, in aumento del 33% rispetto all’anno precedente. Il Nord risulta l’area più colpita con il 63% dei casi di violenza, mentre il Sud registra il 26% e il Centro l'11%. Le vittime delle aggressioni sono principalmente le donne (73%), con infermieri e fisioterapisti tra le categorie più colpite. Gli episodi non riguardano solo le grandi città, ma anche le aree periferiche, dove la carenza di risorse si fa più sentireDopo le 3 regioni “sul podio” per gli incrementi percentuali maggiori delle aggressioni ai sanitari, nella 'top 10' si trovano Lazio (+19%), Sicilia (+18%), Veneto (+17%), Piemonte e Liguria (+16%), Emilia Romagna (+15%), Toscana (+14%) e Calabria (+13%). Zoomando sulla Lombardia, nel 2023 sono state segnalate 4.836 aggressioni agli operatori sanitari, dagli insulti alla violenza. Il 30,9% degli episodi ha avuto come teatro un pronto soccorso, in aumento rispetto al 2022 (25,4%). Dopo il calo nel biennio 2020-2021, dovuto a un accesso alle strutture fortemente limitato dall’emergenza Covid, le violenze e le aggressioni contro medici e infermieri sono tornate a salire. Tuttavia, a fronte di questa crescita, l’anno scorso solo il 6% delle aggressioni sono state denunciate in procura. «Medici e infermieri sono il vero valore aggiunto della sanità lombarda, sono il motore dei nostri ospedali e delle nostre strutture assistenziali - ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani - La Lombardia vanta primati sul piano nazionale nella medicina, con centri all’avanguardia. Risultati ottenuti grazie a investimenti costanti in strutture, tecnologie e competenze. Ma tutto ciò sarebbe impossibile senza il cuore, l'impegno, la passione e il lavoro dei nostri operatori sanitari, capaci di mettere sempre al centro il rapporto umano con i pazienti. Per questo gli episodi di violenza non possono e non devono essere tollerati, e le istituzioni devono mettere in campo misure sempre più efficaci per la tutela del personale sanitario». «Occorre interrogarsi sul perché sempre più spesso vengono colpite categorie che svolgono attività a beneficio della comunità - ha evidenziato Paolo Capone, segretario generale Ugl - Gli ospedali e soprattutto i pronto soccorso, ma in generale tutte le strutture dove lavorano medici, infermieri e operatori sociosanitari, sono purtroppo diventati teatro di violenze da parte degli stessi pazienti e dei loro familiari. Un bollettino di guerra drammatico che deve essere assolutamente arginato. Le misure messe in campo dal Governo stanno dando risultati importanti. Occorre continuare su questa strada, attuando interventi mirati alle singole realtà territoriali. Bisogna poi coinvolgere attivamente anche i dirigenti delle strutture, in una battaglia che deve garantire ai lavoratori la massima sicurezza personale. Oltre agli operatori sanitari, entrati nel mirino di una intolleranza che spesso diventa violenza, anche le forze dell’ordine sono bersaglio negli ultimi mesi di attacchi spesso violenti - rimarca il leader sindacale - Temo che questi episodi siano le avanguardie di uno scollamento all’interno della società, ma direi, più propriamente, della comunità. Infine, sul fronte sanitario va resa più efficiente la medicina di prossimità che potrebbe alleggerire nei pronto soccorso il flusso di persone».

Commentaires


Scegli la provincia 

Troverai l'elenco delle strutture convenzionate.

Cosenza
Crotone
Catanzaro
Vibo Valentia
Reggio Calabria
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
uneba calabria
bottom of page